Onde corte

«E allora la troverò da sola» dissi. «In questa città vive un milione di persone, e in tutto il paese diversi milioni. Non ho in mano altra prova che un minuscolo straccio viola. Non ho mai visto la sua fotografia, non ne conosco il nome. Eppure io so, con la certezza del rabdomante che sente la presenza dell’acqua anche in una pianura sconfinata, con la sicurezza del cercatore di metalli, che arresta di colpo il suo passo perché sente che lì, proprio sotto i suoi piedi, si trovano quei preziosi minerali… so con una sicurezza altrettanto grande che troverò questa persona – o il suo fantasma – per colpa della quale non posso essere felice. Non ci crede?»
Scrollò le spalle. Mi scrutò a lungo con occhi tristi e penetranti.
«Forse» disse. «In generale, credo che gli esseri umani siano capaci di tutto, quando scatenano i propri istinti. Capaci di ogni male e di ogni miracolo… Sono convinto che riuscirà a trovare fra milioni di persone quella che risponderà al suo richiamo, come un trasmettitore a onde corte risponde all’impulso radio di un’altra stazione. Non c’è nulla di magico, accade sempre quando entrano in contatto sentimenti forti… Ma, secondo lei, cosa succederà poi?…»
[…]
Può davvero capitare che un giorno qualcuno entri nella stanza e che noi subito diciamo: ecco, è lei!… ? La donna giusta, come nei romanzi… Non riesco a rispondere a queste domanda. Posso solo chiudere gli occhi e ricordare. Sì, allora accadde qualcosa. Una corrente?… Un’irradiazione?… Un contatto misterioso?… Queste non sono che parole. Ma è sicuro che gli esseri umani non comunicano sentimenti e pensieri esclusivamente con le parole. Esiste anche un altro tipo di contatto, un’altra forma di comunicazione. Onde corte, così le chiamerebbero oggi. In fondo, l’istinto non è altro che una specie di contatto a onde corte.

Sándor Márai, La donna giusta, 1941 >>