Retroazioni

«Tra coloro che negli anni ’40 e ’50 “inventarono” la cibernetica, ci fu chi (Wiener e Bateson) auspicava che il concetto di feedback (retroazione positiva e negativa), divenendo senso comune, potesse garantire un mondo migliore, una più umana filosofia. Così non è stato. In campo tecnologico (e non solo), è la retroazione positiva che regge per intero l’innovazione: più innovazioni ci sono, più innovazioni ci saranno… più il telefono si diffonde, più la sua ulteriore diffusione è facilitata. Non corretti dalla retroazione negativa (che si oppone al rischio di “fuga” del sistema), questi anelli di retroazione positiva – spesso non programmata, anzi non consapevole – inducono una grande accelerazione nel processo di diffusione delle tecnologie, e di conseguenza nel processo di ibridazione con l’uomo. La stabilità, l’integrità, l’esistenza stessa del sistema sono minacciate, fino al collasso, se non fosse che, al di là della volontà dell’uomo, il processo viene interrotto dalle retroazioni negative che riguardano le variabili primarie, cioè la limitazione delle risorse – carenza d’acqua, inquinamento della terra e dell’aria – di cui noi avvertiamo prontamente il pericolo.»

Giuseppe O. Longo, Il simbionte, 2003 >>