Segnali

«Si azzittisce bruscamente, con le mani sospese a mezz’aria, le dita appena divaricate quasi a suggerire una minaccia imprecisa oppure ad attendere l’urto di un segnale Morse, di un impulso elettrico, in codice. Pierre crede di intuire che cosa percepisca quell’uomo. È come quando, in piena notte, una madre si sveglia un istante prima che il figlio neonato inizi a piangere, strappata al sonno dal latte che le si è fatto più pesante nel seno. Certo, potrebbe anche essere che, in realtà, il bambino si sia già lamentato e che la madre si sia svegliata tra un vagito e l’altro, ma non è a questo che penserebbe Kipling, Pierre ne è sicuro. Penserebbe che un figlio non ha bisogno di aprire bocca perché la madre lo comprenda.»

Alessandro Zaccuri, Il signor figlio, 2007 >>