Giusto un secolo fa, GM si mise a disposizione del Re a seguito della scoppio della guerra fra l’Italia e l’Austria. “Illustrazione Popolare. Giornale per le famiglie”, settimanale pubblicato a Milano dai fratelli Treves (gli stessi della rinomata “Illustrazione Italiana”), propone in quei giorni la cronaca dell’inquadramento di GM nei ranghi del regio esercito.
«UN GENIO… UFFICIALE DEL GENIO – L’inventore della telegrafia senza fili, Guglielmo Marconi, è stato nominato tenente dell’arma del Genio, sezione radiotelegrafisti. Il celeberrimo scienziato, appena ebbe comunicazione della nomina, si presentò in divisa grigio-verde con le fascette delle sue alte decorazioni italiane sul petto, alla palazzina dei Prati di Castello, dove ha sede il comando del “battaglione specialisti”, per prendere servizio.
Il soldato che era di piantone, senza domandargli il nome, si affrettò ad annunziare ad un capitano che un ufficiale desiderava parlargli. Marconi venne introdotto alla presenza del capitano, il quale, pur non riconoscendolo, si alzò in piedi, scorgendogli sul petto quelle decorazioni. Guglielmo Marconi si mise sull’attenti e pronunciò il suo nome. Il capitano ebbe un piccolo gesto di sorpresa, e stringendo la mano al nuovo ufficiale, espresse con voce commossa il suo vivo compiacimento di essere lui a riceverlo. I due ufficiali si intrattennero per qualche tempo in cordiale colloquio, e quando venne il momento di di congedarsi, il capitano, sorridendo, disse al tenente Marconi:
– Ora dovrei dirle che il regolamento statuisce che lei, come nuovo ufficiale radiotelegrafista, dovrebbe sostenere un piccolo esame di radiotelegrafia. Ma… credo se ne possa fare a meno per lei…
– Faccia pure, – rispose l’inventore della radiotelegrafia, anch’egli sorridendo.
La nomina di Guglielmo Marconi a tenente del Genio fu annunciata agli ufficiali ed ai soldati dal colonnello Moris in un ordine del giorno in cui rivelava l’alto onore che per il corpo questa nomina rappresentava.
Alle ore 10 del 27 giugno, Guglielmo Marconi prestò giuramento nella sala di convegno degli ufficiali del “battaglione specialisti”. Al suo arrivo gli applausi scoppiarono scroscianti. Fra una fitta fila di soldati che facevano rispettosamente ala, egli raggiunse la sala di convegno dove la cerimonia si svolse. La sala, ampia, adorna di fiori, in un attimo fu riempita dagli ufficiali del battaglione. Il colonnello Moris prende posto dietro il tavolo, su cui sta deposta la formula scritta che il Marconi deve sottoscrivere. Ecco la scena:
All'”attenti” che il colonnello Moris dà con voce energica, i cinquanta ufficiali presenti scattano come un sol uomo. Il colonnello Moris, con voce vibrata, dice: “Signori ufficiali! Ho l’onore di presentarvi Guglielmo Marconi”. Il momento è solenne. Quindi il colonnello prosegue parlando brevemente della vita del “battaglione specialisti” e, dicendosi orgoglioso che da oggi Guglielmo Marconi ne faccia parte, ne trae auspicio sicuro per l’avvenire del battaglione.
Guglielmo Marconi, elegante, giovane, nella bella divisa di ufficiale, si avanza, e presa dalle mani del capitano Bardeloni la formula del giuramento, legge con voce chiara e vibrante, e poi firma. Quindi, con la sciabola nuda che riceve dal colonnello Moris stesso, saluta il nuovo superiore e collega.
Quando Marconi esce, seguito da tutti gli ufficiali, i soldati che si sono assiepati, accalcandosi all’ingresso della sala di convegno degli ufficiali, applaudono entusiasticamente finché la sua automobile non esce dalla caserma.»