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Accendimi

Secondo numerose testimonianze, agli albori del telefono in molte case isolate o di campagna chi rispondeva – soprattutto se anziano – pensava di utilizzare un filo diretto con l’interlocutore, un collegamento personale, una sorta di citofono, e non immaginava una rete, con tutto quel che significa in termini di complessità.
Anche agli albori della radio, l’illusione di un intruso in casa propria, a volte benvoluto a volte no, ha accompagnato la scoperta e la familiarizzazione con il nuovo mezzo. Ma la “magia” di una scatola che parla e canta ha conservato a lungo un alone di mistero, prevalendo di tanto in tanto – a livello emotivo – sulla ormai diffusa constatazione tecnica e conseguente accettazione.
Ancora oggi, infatti, non è decaduta la fantasia di un apparecchio radiofonico che parla personalmente e direttamente a noi, al nostro specifico individuo. È il caso della protagonista di Accendimi, il recente romanzo di Marco Presta.

Marconiana

Per i cultori di libri d’epoca un ottimo riferimento a pubblicazioni su GM, soprattutto del periodo degli anni ’30, è costituito dalla Libreria Piani già Naturalistica di Monte San Pietro, in provincia di Bologna.
Nostalgici e non possono consultare un interessante catalogo, che propone testi anche abbastanza rari (perché mai ripubblicati) e soprattutto diversi pezzi da collezione. >>

Invention Series

L’olandese B.J.G. van der Kooij si dedica da tempo allo studio delle invenzioni in campo elettrico e delle innovazioni a esse connesse, il che lo ha portato a occuparsi anche di wireless e quindi di GM. In complesso, ha prodotto una notevole bibliografia, pubblicata direttamente a sua cura. Come è naturale adotta il metodo storico-ricostruttivo ma predilige – quando è possibile e ricorrendo a varie fonti – l’esame degli schemi originali e l’analisi degli apparati d’epoca. >>

Tesla

Viene finalmente pubblicata in traduzione italiana l’importante biografia di Nikola Tesla, edita in inglese nel 2013 e accolta con entusiasmo da pubblico, critica e addetti ai lavori. L’autore, Bernard Carlson, ricostruisce con grande equilibrio le imprese scientifiche e la complessa personalità dell’inventore serbo-americano. Molto interessanti le annotazioni a proposito della rivalità con GM, grazie alle quali è più agevole riflettere sulle linee di ricerca dell’uno e dell’altro, sui metodi, sui successi e anche su alcuni insuccessi. >>

Pietro Poli

Generale di Brigata nell’arma del Genio, laureato in ingegneria civile e poi specializzatosi in radiocomunicazioni, membro dell’Accademia Teatina delle Scienze, è stato definito il “generale di Marconi”. I suoi studi – a differenza dei numerosi saggi storico-biografici – si concentrano sui dispositivi ideati e realizzati da GM e sul loro funzionamento nonché sulle innumerevoli revisioni e relativi miglioramenti. Scrisse anche di Righi e di Calzecchi Onesti e dei precedenti storici della radiotelegrafia. I suoi lavori su GM, a partire dal più significativo – L’opera tecnico-scientifica di Guglielmo Marconi -, meriterebbero di essere raccolti in una nuova edizione.

Silicio

Sta diventando un genere letterario la (auto)biografia di scienziati e/o inventori-imprenditori di fama planetaria. È venuto il turno di Federico Faggin, che ripercorre la sua brillantissima carriera, scomponendola in quattro “vite”: «Mi sento come se avessi già vissuto e completato tre vite e ora stessi vivendo la quarta. Nel bambino che s’incantava a osservare il volo degli aeroplani c’erano già i semi del futuro artefice del microprocessore. E nella mente dello scienziato che credeva nella possibilità di creare computer intelligenti era celata la consapevolezza dell’assurdità di quest’idea. È stato necessario un continuo lavoro su me stesso per liberarmi dai pregiudizi, dai dogmi e dalle idee preconcette. Liberarmi soprattutto da ciò che appariva ovvio». >>

Blaserna

«Mi consenta il Senato di esprimere il mio rammarico per la morte del senatore Blaserna al quale ero legato da anni da sincera amicizia e verso il quale nutrivo anche sentimenti di profonda riconoscenza. Molti colleghi hanno già ricordato le alte benemerenze scientifiche del nostro passato collega e Vicepresidente, io ricorderò solo che egli non mancò mai di offrire il suo incoraggiamento, il suo interessamento, direi la sua protezione, in special modo ai giovani che si dedicavano alla soluzione di problemi della scienza applicata, o a qualsiasi iniziativa che potesse accrescere il prestigio scientifico dell’Italia. Continua a leggere

Alice e Bob

«Rupert inizia a parlare di una certa “Alice” e di un tal “Bob”, due persone, pare, che comunicano tra loro mentre si scambiano fotoni. Ben presto capiamo che si tratta di due scienziati immaginari: Alice sta qui nel suo laboratorio, mentre Bob si trova dall’altro lato del fiume.
Quando gli chiediamo perché chiami questi due proprio Alice e Bob, Rupert ci spiega che i nomi non sono una sua invenzione, ma che il loro utilizzo è nato all’interno della comunità dei crittografi, dove è estremamente importante che un messaggio scambiato tra due persone Continua a leggere

L’alba del nuovo tutto

Tra poco più di un mese sarà in libreria la traduzione italiana del ponderoso saggio “L’alba del nuovo tutto. Il futuro della realtà virtuale”. L’autore è Jaron Lanier, eccentrico e polivalente informatico che della realtà virtuale è uno degli “iniziatori” (ma anche un forte oppositore del cosiddetto ottimismo digitale). Ora spiazza nuovamente chi lo segue proponendo una elaborata riflessione sulle enormi possibilità (che stentiamo a immaginare) offerte dagli ultimi sviluppi tecnologici. >>

Sublimazione

«Allontanai il cellulare dall’orecchio e lo posai sulla scrivania. In quello stesso momento, trilioni di parole si libravano tra i ripetitori dei telefonini o nel ronzio discreto delle comunicazioni satellitari. L’umanità era al cospetto di una forma nuova e letterale di sublimazione, la catarsi delle sue angosce tramite un oggetto di plastica e silicio in grado di tradurre il dolore in segnali elettromagnetici per trascenderlo nella paranoia latente di una religione senza più simulacri antropomorfi. Plastica, metalli rari, circuiti: da quell’ammasso di elementi chimici si diffondeva la voce di Bob. Per le mie orecchie, era un miracolo equivalente alla voce di Yahveh che s’innalza da un rovo in fiamme sul pendio di un monte mediorientale.»

Fabio Bacà, Benevolenza cosmica, 2019 >>

Quel giorno sulla Luna

«Una radio accesa con la voce della Fallaci dentro, più vera che in un collegamento via satellite» così definisce un commentatore il racconto/resoconto di uno dei grandi eventi del XX secolo. Mezzo secolo più tardi il testo non ha perso minimamente d’interesse, non solo per l’abilità, l’acume e la professionalità dell’autrice, ma anche per l’ovvio motivo (spesso dimenticato) che il dilemma alla base di ogni grande impresa scientifica è sempre (stato) lo stesso. Lo sintetizza mirabilmente Oriana Fallaci: «Come un bambino curioso la scienza va avanti, scopre cose che non sapevamo, provoca cose che non immaginavamo: ma come un bambino incosciente non si chiede mai se ciò che fa è bene o è male. Dove ci porterà questo andare?». >>

Scienza leggera

Gian Pietro “Jumpi” Miscione, un chimico che vive tra Bologna e Bogotà, è artefice di svariate iniziative tra cui la creazione de “L’undici”, rivista on line totalmente indipendente orientata ad alcune grandi tematiche di “informazione pura”. È del 2012 un suo lungo saggio su GM – in relazione al Titanic ma non solo – che contiene spunti curiosi (il paragone tra GM e Cristoforo Colombo) e si avvale dell’interessante qualifica di “scienza leggera”, che a quanto pare è un piccolo copyright della rivista stessa. >>

Apparato

«Gli animali hanno un apparato trasmittente assai più efficace di quello dell’uomo, e lo stesso si può dire dell’apparato ricevente, che non solo è in grado di distinguere selettivamente un gran numero di segnali, ma, per attenersi allo stesso paragone, anche di captare un’energia trasmittente assai inferiore alla nostra. Gli animali sono capaci di cogliere e di interpretare correttamente un numero incredibile di segnali minimi che per l’uomo sono del tutto impercettibili: se un membro di uno stormo di taccole che cerca cibo a terra se ne vola via solo per andare a lisciarsi le penne sul prossimo melo, nessuno degli altri lo degnerà neppure di un’occhiata; Continua a leggere

Onde corte

«E allora la troverò da sola» dissi. «In questa città vive un milione di persone, e in tutto il paese diversi milioni. Non ho in mano altra prova che un minuscolo straccio viola. Non ho mai visto la sua fotografia, non ne conosco il nome. Eppure io so, con la certezza del rabdomante che sente la presenza dell’acqua anche in una pianura sconfinata, con la sicurezza del cercatore di metalli, che arresta di colpo il suo passo perché sente che lì, proprio sotto i suoi piedi, si trovano quei preziosi minerali… so con una sicurezza altrettanto grande che troverò questa persona – o il suo fantasma – per colpa della quale non posso essere felice. Non ci crede?»
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Lettura digitale

I ventenni cambiano fonte d’informazione 27 volte in un’ora e controllano lo smartphone da 150 a 200 volte al giorno. In media, ognuna delle operazioni non li impegna oltre i due minuti. Una quantità spropositata di informazioni arriva ogni giorno al loro cervello tramite un dispositivo (computer, tablet, smartphone). Forse è per questo che la lettura digitale non ha ancora del tutto scalzato la lettura tradizionale su carta. Ovvero: quando si tratta di leggere un testo per diletto e spesso anche per motivi di studio o di approfondimento, la forma “libro” continua a esercitare una forte attrattiva anche sulle ultime generazioni, come se un istinto avvertisse che ci sono testi che vanno letti in modo diverso.
L’argomento è al centro del saggio di Maryanne Wolf Lettore, vieni a casa. Dalla intelligente recensione di Doug Lemov – Forgetting How to Read – sono tratti i dati sopra riportati.

Jahrestage

«Maestro alla scuola Hermann Göring di Jerichow. Studioso di storia patria e già pretendente alla mano di Lisbeth Papenbrock, se si deve credere a quel che dice Peter Wulff. Insomma, bisogna crederci senza averlo visto, e Ottje avrà sfogato nei confronti della bimba di Cresspahl non solo i suoi ricordi, anche i suoi problemi d’alcolismo. Stoffregen che nell’ora di musica accennava al pianoforte le prime quattro note di una sinfonia di Beethoven, il segnale della British Broadcasting Corporation, e poi chiedeva alla classe chi conosceva questa sequenza di suoni. E fu la bimba di Cresspahl ad alzare la mano.
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Storia della radio e della televisione in Italia

«È possibile fare la storia di ciò che è stato “scritto nel vento”? Di ciò che è stato prodotto per essere ascoltato e osservato distrattamente, nel corso della giornata, durante le occupazioni domestiche, nel tempo libero, nelle ore del riposo e dello svago? È possibile fare la storia della “cosa” più effimera e labile che esista, diffusa nello spazio dalle onde elettromagnetiche, che prende forma nell’immaterialità del suono e dell’immagine, che sparisce giorno dopo giorno risucchiata dalla voracità insaziabile di milioni di consumatori i quali, Continua a leggere

Il selvaggio

«Mio padre si domandava come facessero gli aerei a volare. Mia madre si domandava se le onde della televisione, le immagini dei notiziari e degli annunciatori e delle partite di calcio le trapassassero il corpo e rimanessero intrappolate nelle sue cellule.
Mio padre si domandava quanto di animale rimanesse in un pallone da calcio cucito con pezzi di cuoio. Mia madre si domandava quanto di animale rimanesse nella specie umana.
Mio padre si domandava come avessero fatto a dominare l’energia elettrica tanto da accendere un fuoco. Mia madre si domandava come potesse un motore di automobile controllare le esplosioni di benzina e far girare le ruote. Continua a leggere

La rivoluzione dimenticata

«In primo luogo, lo studio della “rivoluzione scientifica”, cioè della nascita del metodo scientifico (che avviene essenzialmente, è questa una delle tesi qui sostenute, nel IV secolo a.C.), è indispensabile per la conoscenza della civiltà ellenistica.
In secondo luogo l’esame del ruolo svolto dalla scienza antica è essenziale per la comprensione di alcune questioni di capitale importanza per la storiografia, quali il ruolo di Roma, i motivi della decadenza della vita urbana e della tecnologia nel medioevo, l’originalità, le caratteristiche e i limiti della “Rinascita scientifica” moderna. Continua a leggere

Le tetradi perdute

Alcuni mesi fa è mancato Eric McLuhan (1942-2018), figlio del grande studioso dei mass media Marshall McLuhan. Anche Eric fu studioso e docente di comunicazione e pubblicò insieme al padre diversi testi.
L’idea che probabilmente più di tutte li accomunò è quella delle “tetradi”, che fotografa il processo e le invariabili regole cui deve sottoporsi qualsiasi innovazione. >>