«L’ostinazione manifestata nell’elaborazione di teorie appare del resto evidente in tutte le relazioni che narrano la storia della Voce del Padrone. Si era sempre trattato di un’ostinazione rigorosamente bipolare: la “lettera” rappresentava o un atto di “benevola protezione”, di condivisione di quel sapere tecnologico che la nostra civiltà considera il bene supremo, oppure un atto di aggressione abilmente camuffato, nel senso che ciò che sarebbe sorto in seguito alla materializzazione della “lettera” sarebbe stato diretto alla conquista della Terra e dell’umanità, se non addirittura alla sua distruzione. Mi ero sempre opposto a questa povertà d’immaginazione. I Mittenti, per esempio, potevano essere delle creature razionali che approfittavano di un’improvvisa “occasione energetica”: avendo in precedenza messo in moto un’“emissione filogenetica” e desiderando, in seguito, entrare in contatto con gli abitanti dotati di ragione degli altri pianeti, invece di costruire appositi trasmettitori avevano, per pura economia, usato una fonte d’energia già attiva, sovrapponendo al flusso di neutrini un testo che poteva anche non avere niente a che fare con il carattere “biogenetico” del flusso stesso. Esattamente come il significato di un telegramma che inviamo non ha alcun rapporto diretto con le proprietà delle onde elettromagnetiche del telegrafo senza fili. […]
Invece di adattare al segnale il nostro Universo e quelli a esso antecedenti, bastava, per esempio, ammettere che i nostri apparecchi riceventi erano primitivi nel senso in cui è primitivo un radioricevitore a bassa selettività e in cui si captano più stazioni insieme, per cui ne viene fuori un miscuglio incomprensibile. Ma può anche succedere che uno che non conosca nessuna delle varie lingue di quelle trasmissioni registri il tutto “come viene viene”, e poi cerchi di decifrarlo. Anche noi potevamo essere stati vittime di un errore del genere.
La cosiddetta “lettera” poteva essere la registrazione di parecchie trasmissioni insieme. Supponendo che nella Galassia funzionassero trasmettitori automatici operanti sulla stessa precisa frequenza, nella banda che consideravamo un canale di comunicazione, era possibile spiegare anche il costante ripetersi dei segnali. Poteva trattarsi di segnali per mezzo dei quali alcune società, riunite in un “collettivo di civiltà”, mantenevano sistematicamente in sincrono certe loro apparecchiature tecniche, per esempio dei sistemi aventi a che fare con la bioingegneria.»
Stanisław Lem, La Voce del Padrone, 1968 >>