«Una radio accesa con la voce della Fallaci dentro, più vera che in un collegamento via satellite» così definisce un commentatore il racconto/resoconto di uno dei grandi eventi del XX secolo. Mezzo secolo più tardi il testo non ha perso minimamente d’interesse, non solo per l’abilità, l’acume e la professionalità dell’autrice, ma anche per l’ovvio motivo (spesso dimenticato) che il dilemma alla base di ogni grande impresa scientifica è sempre (stato) lo stesso. Lo sintetizza mirabilmente Oriana Fallaci: «Come un bambino curioso la scienza va avanti, scopre cose che non sapevamo, provoca cose che non immaginavamo: ma come un bambino incosciente non si chiede mai se ciò che fa è bene o è male. Dove ci porterà questo andare?». >>