«Le scoperte nei fine settimana non sono meno valide e apprezzabili di quelle che si producano o si manifestino in uno qualsiasi degli altri giorni, i cosiddetti feriali. Nell’un caso come nell’altro, l’autore della scoperta informerà dell’accaduto gli assistenti, se questi stavano facendo gli straordinari, o la famiglia, se ce l’aveva lì vicino, in mancanza dello champagne si è brindato all’avvenimento con la bottiglia di spumante che aspettava in frigorifero il suo giorno, si sono rivolti e ricevuti i complimenti, si sono annotati i dati per il brevetto, e la vita, imperturbabile, ha proseguito, dopo aver dimostrato una volta ancora che l’ispirazione, il talento o il caso non scelgono, per manifestarsi, né giorni né luoghi. Rari saranno stati i casi in cui lo scopritore, vivendo da solo e lavorando senza assistenti, non abbia avuto a portata di mano almeno una persona con cui condividere la gioia di aver donato al mondo la luce di una nuova conoscenza. Più straordinaria ancora, più rara, se non unica, è la situazione in cui si trova in questo momento Tertuliano Máximo Afonso, che non solo non ha nessuno a cui comunicare di aver scoperto il nome dell’attore che è il suo ritratto vivente, ma adotterebbe la massima cautela nel tacere sull’argomento. Di fatto, non è immaginabile un Tertuliano Máximo Afonso che corra telefonare alla madre, o a Maria da Paz, o al collega di Matematica, e dica, con frasi concitate, L’ho scoperto, l’ho scoperto, si chiama Daniel Santa-Clara. Se c’è un segreto nella vita che vuol tenere ben custodito, di cui nessuno possa neppure sospettare l’esistenza, è proprio questo. Per timore delle conseguenze, Tertuliano Máximo Afonso è obbligato, forse per sempre, a mantenere un silenzio assoluto sul risultato delle sue indagini, sia quelle della prima fase, giunte oggi all’apice, sia quelle che svolgerà nel futuro.»
José Saramago, L’uomo duplicato, 2002 >>