«Di fatto, questo atteggiamento vacuo, annoiato e catatonico tipico della mia generazione – l’espressione che un mio amico chiama della “ragazza che sta ballando con te ma è evidente che preferirebbe ballare con qualcun altro” – che è diventata la nuova versione della “smaliziatezza”, è figlio in tutto e per tutto della tv. Dopotutto, tele-visione significa, letteralmente, “guardare da lontano”; e le nostre sei ore al giorno non soltanto ci aiutano a sentirci personalmente coinvolti in cose tipo i Giochi Panamericani e l’Operazione “Scudo nel Deserto”, ma anche, viceversa, ci abituano a rapportarci ai fenomeni in cui siamo coinvolti personalmente nella vita reale nello stesso modo in cui ci rapportiamo a ciò che è distante ed esotico, come se da noi li separassero dei processi elettromagnetici e uno schermo, come se esistessero solo in quanto performance, in attesa solo del nostro giudizio smaliziato.»
David Foster Wallace, E Unibus Pluram, 1990