«È possibile fare la storia di ciò che è stato “scritto nel vento”? Di ciò che è stato prodotto per essere ascoltato e osservato distrattamente, nel corso della giornata, durante le occupazioni domestiche, nel tempo libero, nelle ore del riposo e dello svago? È possibile fare la storia della “cosa” più effimera e labile che esista, diffusa nello spazio dalle onde elettromagnetiche, che prende forma nell’immaterialità del suono e dell’immagine, che sparisce giorno dopo giorno risucchiata dalla voracità insaziabile di milioni di consumatori i quali, giorno dopo giorno, continueranno a ricevere altri suoni e altre immagini che. a loro volta, scompariranno nel nulla? Eppure il Novecento è il secolo in cui, nel mondo industrializzato, per la prima volta i prodotti delle idee e dell’immaginazione vengono messi a disposizione di tutti, attraverso l’etere, e assumono un ruolo centrale nella vita delle masse. Essi costituiscono ormai una risorsa economicamente rilevante e condizionano il comportamento, il gusto, la mentalità di ognuno: farne la storia significa fare la storia della società del XX secolo.»
Enzo Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, 1992 >>