Blaserna

«Mi consenta il Senato di esprimere il mio rammarico per la morte del senatore Blaserna al quale ero legato da anni da sincera amicizia e verso il quale nutrivo anche sentimenti di profonda riconoscenza. Molti colleghi hanno già ricordato le alte benemerenze scientifiche del nostro passato collega e Vicepresidente, io ricorderò solo che egli non mancò mai di offrire il suo incoraggiamento, il suo interessamento, direi la sua protezione, in special modo ai giovani che si dedicavano alla soluzione di problemi della scienza applicata, o a qualsiasi iniziativa che potesse accrescere il prestigio scientifico dell’Italia. Come presidente della Reale accademia dei Lincei, o come membro di tanti e tanti istituti scientifici del mondo civile, egli cercò sempre di far conoscere, di far valere e di fare apprezzare all’estero i risultati e i trionfi degli scienziati e dei tecnici italiani. Mi associo ai colleghi che hanno sì bene espresso le profonde condoglianze del Senato per la irreparabile perdita di Pietro Blaserna.»
Così recita l’intervento del senatore GM durante l’assemblea del 27 febbraio 1918, in cui si commemorava la scomparsa di Pietro Blaserna (1836-1918). Altri interventi illustri (Righi, Volterra) ricordarono in quel frangente il valore di Blaserna – grande docente e fisico sperimentale, oltre che dirigente politico-culturale di primissimo livello. La riconoscenza cui fa cenno GM si deve tra l’altro al prodigarsi di Blaserna per la candidatura dello stesso GM al premio Nobel (che gli fu assegnato nel 1909). Un recente studio di Miriam Focaccia traccia un profilo di Blaserna partendo da una delle sue più riuscite “creature”: l’Istituto di Fisica a Roma. >>