Sembra beffardo dedicare un “colombigramma” a GM, a colui cioè che aveva reso superfluo l’utilizzo dei piccioni viaggiatori. E invece traspare nelle poche righe inviate nel 1936 da Gabriele d’Annunzio al “mago” (così anche lui lo chiamava) non solo la profonda stima ma un affetto sincero, per nulla indebolito dalla rarità degli incontri.
«Al saluto aggiungo il ricordo della nostra antica amicizia, o Guglielmo, quando il canto della Fontana paolina accompagnava i nostri pensieri chini su le balaustre protese verso la notte di Roma più stellata del firmamento.»
(colombigramma, 9 agosto 1936 – mittente: Gabriele d’Annunzio; destinatario: Guglielmo Marconi)