È noto che il primo apparato vero e proprio costruito dal giovanissimo GM fu un “avvisatore di temporali”. Un forte interesse per i fulmini nutrì anche Nikola Tesla, che a Colorado Springs sperimentò addirittura il modo di produrli artificialmente.
Entrambi (così come molti dei loro colleghi) avrebbero accolto con grande curiosità la ricerca capitanata da Rachel I. Albrecht dell’Università di San Paolo (Brasile) e pubblicata di recente dalla American Meteorological Society con il titolo Where are the lightning hotspots on Earth?
Basata su 16 anni di specifiche osservazioni satellitari, la ricerca propone una radiografia dettagliata del comportamento dei fulmini, la cui massima “densità” è stata riscontrata nella regione del lago di Maracaibo, Venezuela.