Agli inizi del Novecento il rapido affermarsi del wireless suscitò, oltre a stupori ed entusiasmi, anche dubbi, resistenze, paure. Una sorta di panico colse diversi intellettuali. Tra questi, il geniale e ipersensibile storico dell’arte Aby Warburg, che in una lettera al fidato Saxl (circa 1923) sembra paventare l’avvento di Internet:
«La verità è che io non credo alla mia scrittura. Cosa mai posso lasciare inciso sulla carta?… Non esiste più il tempo della riflessione, il tempo della trasmissione scritta, il tempo tout-court… Questo mondo è imploso in una contrazione spazio-temporale, e non si può più pensare a una cultura trasmessa attraverso la scrittura; la cultura di oggi si riproduce attraverso scosse elettriche e onde magnetiche…»