Non appare in lingua italiana una voce che lo riguarda, né in treccani.it né in sapere.it e nemmeno in it.wikipedia.org.
Eppure fu un grande protagonista della nascita del broadcasting, come ricorda Franco Monteleone.
«Reginald Fessenden aveva compiuto esperimenti sulle onde hertziane e seguito il lavoro di Marconi. Il sistema dell’italiano si basava sulla frammentazione dell’onda, emessa in periodi brevi e lunghi ben adattabili al linguaggio Morse fatto di punto e linea. Ma, secondo Fessenden, per trasmettere la voce l’emissione doveva rimanere continua, così da poter ricevere la sovrapposizione della voce umana con le sue modulazioni e variazioni. Per la tecnica ortodossa era un’eresia, ma il canadese, rendendosi conto che il coherer inventato da Marconi non era sufficiente, realizzò un rivelatore elettrolitico abbastanza sensibile da cogliere l’oscillazione della voce. Fu un passo avanti, completato dalla successiva messa a punto di un generatore di corrente alternata, indispensabile per la trasmissione, nato dai laboratori della General Electric e dalla genialità dello svedese Ernst Alexanderson. Questi ebbe l’idea dell’alternatore ad alta frequenza, una delle pietre miliari dello sviluppo tecnologico della radio.»
[da F. Monteleone, “Scritto nel vento. La nascita del broadcasting”, in Guglielmo Marconi. Genio, storia e modernità, a cura di G. Falciasecca e B. Valotti, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano 2003]