«Crediamo che Internet abbia cambiato il modo in cui la conoscenza viene prodotta e ci siamo convinti che “Web 2.0” significhi usare la Rete nel modo in cui essa è stata pensata per essere utilizzata, ma Guglielmo Marconi immaginava la vita oltre la radio?»
La domanda è di Evgeny Morozov, giovane sociologo bielorusso, oggi docente alla Stanford University, che da alcuni anni si è imposto alla pubblica attenzione come osservatore critico del fenomeno Internet. Fu formulata durante un intervento a un convegno internazionale, svoltosi a Milano nel 2013. Chiamare in causa GM, in quel frangente, significava semplicemente ricordare che le tecnologie «non piovono dal cielo» e riproporre il quesito di sempre: sono neutrali le tecnologie?
Morozov può (e anzi vuole) far discutere quando attacca nei suoi saggi la Rete, Steve Jobs o i Signori del silicio. Comunque si valutino le sue affermazioni, è difficile non riconoscere che una qualche forma di scetticismo va preservata, perché «non possiamo aggiungere un sensore a qualsiasi cosa facciamo e affidare alla tecnologia la soluzione di qualsiasi problema».