Archivi categoria: controversie

Misura e dismisura

camus«Perfino le forze materiali, nel loro cieco procedere, fanno sorgere una propria misura. Per questo è inutile voler rovesciare la tecnica. L’era del fuso non è più, e il sogno di una civilta artigianale è vano. La macchina non è cattiva se non nell’uso che ne viene fatto attualmente. Bisogna accettare i suoi benefici, anche se si rifiutino le sue devastazioni. Continua a leggere

«Alla Longara»

romasparita_6313Da più parti, ancor oggi, si ritiene che il “rifiuto” delle autorità italiane spinse GM a viaggiare fino a Londra per ivi proporre e brevettare la sua invenzione. GM smentì pubblicamente tale diceria, che tuttavia non è del tutto decaduta.
Il docente e giornalista Luigi Di Gianni, in un breve studio del marzo 2012, analizza e mette in discussione un aneddoto che appunto riguarda i rapporti iniziali tra GM e lo Stato italiano.

Tesla e la radio

tesla_lampiL’alone di leggenda che ha accompagnato il doveroso e meritato ritorno di attenzione per Nikola Tesla ha prodotto, come effetto collaterale, un plotone di perentori rivendicatori che  – richiamandosi anche a una sentenza della Corte Suprema americana (1943) – hanno collocato l’inventore serbo-americano in cima all’elenco dei “veri” inventori della radio.
Il recente studio biografico di Bernard Carlson affronta la questione in maniera competente e articolata. Un utile ausilio può anche venire dalla lettura di un lungo e documentato articolo di Thomas White, pubblicato sul prestigioso sito Early Radio History.

7 maggio 1895

popovPare che il 7 maggio si festeggi ancora oggi, in Russia, l’invenzione della radio. La data fa riferimento a una seduta della Società di Fisica e di Chimica di San Pietroburgo, durante la quale Aleksandr Popov dimostrò come si potevano trasmettere impulsi mediante le onde hertziane. La seduta si tenne il 7 maggio 1895 e per lungo tempo le autorità russe ne hanno fatto un punto fermo della propaganda a favore di Popov.
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Wireless o radio?

asimovUna risposta al quesito che il profano inevitabilmente si pone a proposito della lunga convivenza di due termini (radiotelegrafia e telegrafia senza fili) la fornisce il celebre scrittore di fantascienza Isaac Asimov, che, in un saggio divulgativo pubblicato su “The Magazine of Fantasy & Science Fiction” nel luglio 1982  con il titolo The three who died too soon, così scrive:
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William Crookes

William_crookesNell’annosa controversia sopra il “vero” inventore della radio(telegrafia) si mettono principalmente in campo i nomi di Bose, Branly, Lodge, Marconi, Popov, Tesla.
A parte la questione non certo secondaria del peso specifico di quei primi esperimenti (vale a dire distanze e modalità di trasmissione), si attribuisce giustamente importanza alla diversa consapevolezza e dunque alle prospettive più o meno vaghe entro cui si muovevano i suddetti “pionieri”.
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Perspicacia

heavisicelodge«Mi chiedo che utilità, fatta salva qualche circostanza eccezionale, possano realmente avere tutte queste idee di Marconi. Distanze ben maggiori possono essere raggiunte di giorno con l’eliografo o di notte con un fascio di luce. Senza dubbio si troverà un modo per utilizzarle, ma a essere realmente importante sarà sempre la telegrafia via cavo.»

(da una lettera di Oliver Heaviside a Oliver Lodge, 23 giugno 1897)

L’utilità dell’inutile sapere

di Abraham Flexner

Non è curioso che in un mondo travolto da odii irrazionali che minacciano le radici stesse della civiltà, uomini e donne, vecchi e giovani, si allontanino completamente o in parte dal furioso tumulto della vita quotidiana per dedicarsi al culto della bellezza, all’approfondimento del sapere, alla cura della malattia, all’alleviamento delle sofferenze, proprio mentre i fanatici si impegnano nel diffondere dolore, orrore e sofferenza?
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Premonizione Warburg

warburgAgli inizi del Novecento il rapido affermarsi del wireless suscitò, oltre a stupori ed entusiasmi, anche dubbi, resistenze, paure. Una sorta di panico colse diversi intellettuali. Tra questi, il geniale e ipersensibile storico dell’arte Aby Warburg, che in una lettera al fidato Saxl (circa 1923) sembra paventare l’avvento di Internet:
«La verità è che io non credo alla mia scrittura. Cosa mai posso lasciare inciso sulla carta?… Non esiste più il tempo della riflessione, il tempo della trasmissione scritta, il tempo tout-court… Questo mondo è imploso in una contrazione spazio-temporale, e non si può più pensare a una cultura trasmessa attraverso la scrittura; la cultura di oggi si riproduce attraverso scosse elettriche e onde magnetiche…»